Quando si scelgono i bicchieri da vino bisogna tener conto di alcuni importanti fattori: il bicchiere deve essere in cristallo o in vetro sonoro, deve essere trasparente per valorizzare la limpidezza del vino, deve avere il gambo per non scaldarne la temperatura con le mani… ma questo più o meno lo sappiamo tutti. Quello che molti credono, invece, è che basti scegliere un bicchiere più panciuto per i vini rossi e quelli più stretti per i vini bianchi.
In realtà, la forma e la capacità del bicchiere variano da vino a vino, perché ognuno di essi ha una consistenza, un grado di invecchiamento, un profumo del tutto peculiare. Ogni vino per essere gustato al meglio richiede il calice perfetto per lui.
Il primo a capire che il bicchiere in cui si beve un vino influisce in maniera decisiva sulla degustazione del vino stesso fu Claus J. Riedel negli anni ’50. Si dà il caso che questo signore fosse un produttore di bicchieri di finissimo cristallo, e che da allora ad oggi la sua azienda, Riedel appunto, ha sperimentato le forme di bicchieri adatte ad ogni tipo di vino.
I bicchieri Riedel, oltre che belli e pregiati, possiedono quindi un plus di funzionalità (che in Italia è eguagliata da Bormioli, che però produce bicchieri non in cristallo ma in sottilissimo vetro sonoro).
La rivoluzione di Riedel nasce con la collezione Sommeliers (1961) e continua poi con la celebre collezione Vinum (1986) e così via (la O nel 2004 e la Vino Veritas con un cristallo più sottile del 25% ma ugualmente resistente).
Ma veniamo nel dettaglio di come la forma di un calice sia funzionale alla degustazione di un determinato vino.
I bicchieri grandi e panciuti consentono di cogliere pienamente il bouquet dei vini rossi perché facilitano l’ossigenazione (che è lo stesso motivo per cui i vini rossi necessitano di essere serviti nei decanter e non nella bottiglia, l’ossigenazione appunto).
Quanto panciuto debba essere il bicchiere dipende da vino a vino. Più un vino è invecchiato più superficie a contatto con l’aria ha bisogno per ossigenare. I pregiati vini invecchiati vengono serviti nel ballon, grande e bello panciuto. Un calice più classico, più alto e largo, è invece indicato per i vini rossi giovani, che hanno bisogno di una respirazione più rapida.
L’imboccatura stretta è l’ideale per i vini bianchi, perché conserva meglio gli aromi. Quanto stretta dipende dalla corposità del vino: per i vini giovani, aromatici o delicati, il cui bouquet deve essere veicolato fino al naso senza dispersioni, l’imboccatura deve essere piuttosto stretta.
Quando invece dobbiamo servire vini bianchi più invecchiati e complessi come il Chianti, è necessaria un’imboccatura più larga che permetta di cogliere le sfumature del bouquet.
Per gli spumanti, il Prosecco, il Franciacorta e i vini frizzanti in genere serve il classico flûte. Il loro aroma è delicato e richiede un bicchiere sottile dalla pancia all’imboccatura.
Per i vini liquorosi, invece, occorrono calici poco capienti panciuti con l’imboccatura che si restringe in alto.
Crediti per le immagini: www.archiviostore.it
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